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Privacy Digitale: password, pubblicità e motori di ricerca


San Francisco. La privacy digitale torna in voga.  Ed è il laboratorio della Silicon Valley (a San Francsco esiste da diversi anni una fondazione per la protezione dei diritti degli internauti, la Electronic Frontier Foundation) a creare nuovi schermi per evitare scottature online. Preservare password e dati sensibili, spostamenti e i personalissimi affari (di business o di cuore) degli utenti. Con una certezza: a meno di vivere in un luogo remoto e senza cellulare non c'è un trucco del tutto efficace per proteggersi dalla esposizione.

Fare shopping di password
Dashlane
, Lastpass, RoboForm sono alcuni dei sistemi per comprare codici di sicurezza diversi senza doverli memorizzare (generano cifre casuali che l'utente può salvare in una cassetta di sicurezza cifrata sotto forma di un unico codice), e soprattutto senza dover usare la stessa password, una delle pratiche che rende l'esposizione su internet più rischiosa. Ultimo è il nuovo sistema operativo di Apple, iOS 7, che presenta un password generator in grado di produrre e ricordare i codici per gli internauti. Sia Google che Linkedln e Yahoo! hanno invece adottato come metodo i due step di autenticazione, a salvaguardia dei dati sensibili. Inserendo nome e password parte un invio automatico di un codice sottoforma di mail o di messaggio di testo.

Scappare dalla pubblicità
Ghostery il cui slogan è "inseguiamo chi ti insegue" è gratuito, ed è una reale protezione dalla esposizione agli annunci pubblicitari: "Il fine è bloccare gli script da aziende non attendibili, immagini e inserzioni pubblicitarie che appaiono appena si naviga su alcuni siti. Vogliamo restituire la privacy agli utenti", spiegano dalla compagnia. Servizi simili sono Disconnect e Abine. Mentre Tor (gratuito) è uno tra i metodi più forti. Inizialmente progettato dalla Marina per salvaguardare lo spionaggio digitale, è gestito da volontari in tutto il mondo: "Impediamo ai pirati di Internet che possano osservare la connessione Internet, i siti visitati e la posizione fisica degli utenti".

Stop alla cronologia
Nessun fascicolo su chi usa la Rete, nessuna storia riguardante dati dei privati. Contro i motori di ricerca che archiviano le mosse degli utenti, DuckDuckGo ha fondato la propria azienda con un motto Google vi spia. Noi no, mettendo il valore privacy al centro del proprio progetto. Il fondatore, Gabe Weinberg, ha iniziato una piccolo rivoluzione. Spiega che "con i motori di ricerca si possono fare tanti soldi anche senza dover spiare le persone". Come Google anche DuckDuckGo quando si cerca qualcosa fa scattare annunci pubblicitari legati alle parole chiave ma senza tentare di rintracciare, identificare o creare un profilo sull'utente. "È un atto di rispetto per chi naviga e per il loro dati personali. Crediamo in una ricerca migliore e nella privacy. Provate a navigare con noi per una settimana, vi sentirete meno osservati".

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