A 11 anni tenta di costruire un acceleratore di particelle atomiche in casa, a 14 realizza un reattore per la fusione nucleare casalingo e a 19 è uno scienziato di fama mondiale.
Non è un alieno, bensì Taylor Wilson, nato il 7 Maggio 1994 a Texarcana (Arkansas, USA): fin da piccolo dimostra il suo profondo interesse verso la scienza, la biologia, la genetica, l'astronomia, che talvolta lo portava a non sentire il bisogno di mangiare o dormire per potersi dedicare più a fondo al suo studio.A 11 anni, dopo aver partecipato ad un progetto scolastico sulla fisica nucleare, decise di costruire nella sua casa un piccolo reattore nucleare per creare isotopi in grado di diagnosticare e curare il tumore che sua nonna aveva da tempo. Poiché, data la sua giovane età, non aveva ancora la perfetta conoscenza delle nozioni che gli erano necessarie per la realizzazione di un progetto così ambizioso, i suoi genitori lo sostennero e lo fecero assistere da molti professori ed esperti nel campo, che riuscirono ad aiutarlo nella costruzione del reattore. Presentò inoltre il suo progetto alla Intel International Science and Engineering Fair, dove vinse un premio, che diede inizio ad una sequela di altri riconoscimenti negli anni successivi. Ha in più occasioni parlato alla TED conference, una delle più importanti conferenze di carattere scientifico di questi anni.
Durante un'intervista rilasciata al Mensa, a Taylor è stata rivolta questa domanda: <<Come giudica le etichette di "ragazzo prodigio" o "picoclo genio" con cui è stato a lungo identificato?>>
Lui ha allora risposto così: <<All'inizio mi davano fastidio, cercavo di scrollarmele di dosso, ma ora capisco che a volte i ragazzi hanno una marcia in più quando si parla di invenzioni. la loro mancanza di esperienza può rivelarsi un vantaggio, perché hanno una visione del mondo meno limitata. Gli scienziati più anziani, che perseguono una carriera, spesso finiscono per arrendersi davanti alle difficoltà, a non provarci nemmeno. mentre i giovani hanno una mentalità più aperta: vedono le cose come tanti adulti non riescono più a vederle".
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